Report – LA STORIA DEL FORO ITALICO: passeggiata nell’architettura moderna
“LA STORIA DEL FORO ITALICO: passeggiata nell’architettura moderna”, titolo del Convegno tenutosi venerdì 11 Ottobre 2019, ha rappresentato una passeggiata virtuale in questo luogo dedicato allo sport e una passeggiata reale tenutasi la domenica successiva, il 13 Ottobre. Il Convegno, organizzato da SCAIS in collaborazione con l’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Roma e svoltosi presso il Salone d’Onore del CONI, si è aperto con la presentazione del Presidente della SCAIS Dario Bugli. Ha spiegato ai presenti nel Salone che il Convegno è il secondo appuntamento di SCAIS, riguardante il mirabile luogo di sport rappresentato dal Foro Italico. Il primo appuntamento si era svolto esattamente un anno prima, un Convegno e Mostra fotografica dal titolo: “Foro Italico: storia della costruzione di un luogo di sport”. Il profondo interesse nato in quella occasione ha portato SCAIS ad organizzare questo secondo appuntamento, per proseguire con la narrazione della sua storia architettonica, artistica e sportiva e promuovere ancora oggi la caratteristica che lo contraddistingue: essere tutt’oggi luogo di eventi sportivi e culturali.
Dopo la presentazione di Dario Bugli hanno preso la parola gli ospiti presenti per l’introduzione del Convegno. Riccardo Viola, Presidente del CONI Regione Lazio, ha sottolineato come il Foro Italico rappresenti una grande Casa dello Sport, come il Parco del Foro accolga nel corso dell’anno molteplici iniziative, non solo dedicate allo sport professionistico ma anche giovanile, come ad esempio le scuole dello sport che scelgono il Foro quale cornice per la promozione sportiva. Ha concluso il suo saluto evidenziando la mancanza nella città di Roma di impianti sportivi coperti o indoor e quanto questo comporti disagi per lo sviluppo dello sport, costringendo società ad allenare le proprie squadre fuori il tessuto urbano a scapito della promozione sportiva. Riccardo Viola ricorda come Roma venga definita una “palestra a cielo aperto” ma tale definizione non deve diventare un deterrente per la riqualificazione degli impianti nella città. Una città che guarda al futuro deve promuovere lo sport in modo tale che i giovani possano non solo praticare sport ma anche avere la possibilità incontrare i campioni, in qualità di esempio e di ambizione. Ha concluso dicendo che le Olimpiadi del 1960 hanno dato enorme contributo in termini di impiantistica sportiva ma, ha sottolineato, sono passati 60 anni da allora. A seguire Michele Maffei, Presidente dell’Associazione Benemerita del CONI, AMOVA, Associazione Medaglie d’Oro al Valore Atletico, che ha collaborato con SCAIS anche in questo secondo appuntamento, ricollegandosi all’importanza dell’incontro tra i giovani e i campioni, ha affermato quanto il racconto dei grandi eventi del Foro Italico, il ricordo dei campioni che sono stati protagonisti in questi luoghi dia un grande apporto per diffondere la storia dello sport, dei suoi protagonisti rivolto alle nuove generazioni. Le esperienze dei campioni sono state evidenze di quanto siano fondamentali gli impianti sportivi in cui hanno potuto celebrare le loro vittorie. E’ fondamentale quindi l’adeguatezza degli stessi per ogni tipologia sportiva. Il 2020 sarà occasione per AMOVA di celebrare il suo 50mo anniversario di costituzione. Oltre a dare risalto ai protagonisti, vittoriosi di medaglie, sarà l’occasione per sottolineare quanto dietro una vittoria ci sia la profonda esperienza di vita di squadra e il valore del confronto con il proprio avversario sui campi di gara. Per concludere ha affermato come queste occasioni di incontro sul tema Foro Italico siano occasione per festeggiare lo sport grazie soprattutto alla competenza della SCAIS, ringraziandola nuovamente per l’occasione fornita di promozione dello sport. I saluti sono stati conclusi dall’intervento di Alessandro Panci, Segretario dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma, il quale ha raccontato ai presenti la necessità da parte dell’Ordine di promuovere l’Architettura, in tutte le sue accezioni, tra la collettività, soprattutto i ragazzi. L’intenzione dell’Ordine è infatti di aderire ad iniziative, come i convegni promossi da SCAIS, per rispondere all’esigenza di promozione dell’architettura, incontrando una delle tematiche dell’architettura, ovvero lo sport e gli impianti per la sua pratica. Queste iniziative della SCAIS inoltre hanno una valenza particolare, perché coniugano non solo gli aspetti tecnici propri dell’impiantistica sportiva, ma accolgono anche aspetti artistici, culturali e storici imprescindibili.
Al termine della parte introduttiva al Convegno ha preso la parola Fabio Bugli, Presidente del Comitato Scientifico della SCAIS, moderatore della prima sessione, avente quale tema la Storia del Foro Italico, illustrando le tematiche delle relazioni e la suddivisione in due sessioni legate la prima quindi agli aspetti storici, la seconda alla evoluzione del Foro Italico per accogliere l’evoluzione dello sport.
La prima sessione è stata avviata dalla relazione di Maria Giuseppina Gimma, Delegato dell’Ordine degli Architetti di Roma, Ufficio Beni Culturali, Restauro e Conservazione. Ha introdotto la sua relazione affermando che, sebbene sia legata al Foro Italico per studi personali e avendo avuto conosciuto profondamente l’opera di Luigi Moretti durante una collaborazione con l’Architetto, gli studi di Giorgio Muratore per attività condivise di restauro e conservazione riguardanti il Foro Italico, ha lasciato la parola su questi argomenti ai colleghi del convegno. Si è soffermata sull’importanza della promozione della Architettura, riallacciandosi alle parole di Alessandro Panci, ricordando la figura di Renato Ricci, che con la sua cultura e lungimiranza, con il suo desiderio di creare Architettura, sebbene politico e non tecnico, abbia affidato la realizzazione delle grandi opere del Foro Italico a giovani architetti che nel corso degli anni hanno dimostrato grande valenza artistica. Ha ricordato le grandi opere realizzate, non solo dalla fondazione del Foro, ma anche le opere ad esso legate che negli anni sono state realizzate per ospitare grandi eventi, quali olimpiadi, esposizioni universali che però non hanno avuto il successo dello stesso Foro Italico ma assumono insieme ad esso una alta valenza storica, artistica e culturale. Nel Foro Italico quindi è presente una valenza e un pregio non solo legati allo stesso luogo in cui ha visto la sua realizzazione ma anche in un bacino più ampio, contribuendo negli anni alla diffusione dell’Architettura.
Francesco Scoppola ha introdotto la sua relazione parlando del significato di sport. Esso non nasce come “palestra” ma come sviluppo civile tra persone diverse aventi ciascuna specializzazioni diverse con un interesse comune. Concetti alla base della stessa fondazione di una comunità o città. Lo sport è stato fondamento per la realizzazione del Foro Italico, essendo in essere negli anni ’30 forme artistiche, tra cui l’Architettura in cui la funzione è diventata predominante rispetto alla forma. Si assiste infatti nei primi anni del ‘900 ad un profondo cambiamento delle arti, ad una vera e propria fattura. Le arti figurative che sino ad allora avevano mantenuto nel corso dei secoli un carattere di riproducibilità, in questo periodo perdono questa loro caratteristica, promuovendo infatti la nascita della conservazione e del restauro. Per quanto riguarda l’urbanistica si assiste nello stesso periodo ad un cambiamento del concetto di diritto, venendo introdotto nel corso del primo decennio del ‘900 al concetto di diritto collettivo. Tale concetto ha riguardato inizialmente solo le opere dell’uomo, trascurando per un lungo periodo le opere della natura. Purtroppo il lento cambiamento dell’urbanistica ha fatto sì che perdesse la progettazione a grande scala e il suo significato ideologico, di pianificazione per il soddisfacimento delle esigenze della collettività, e iniziasse a rincorrere la realtà sino anche a cancellarla, di cui tanti esempi sono presenti a Roma. Tale esigenza di eliminare aspetti di contrasto ha annullato spesso il soddisfacimento stesso della collettività.
Pino Pasquali, del Centro Studi Giorgio Muratore, ha sottolineato, alla luce delle affermazioni di Francesco Scoppola, quanto la conservazione delle opere progettuali e di memoria sia fondamentale per mantenere l’interesse verso quelle opere che sono state create proprio per la collettività. Il Centro Studi Giorgio Muratore conserva, grazie allo stesso Giorgio Muratore, 1500 lastre in vetro degli scatti di Alfredo Cantoni, durante la realizzazione del Foro Italico. Non solo, Pasquali ricorda tra le attività di “conservazione della memoria”. Le attività di Luigi Moretti durante gli anni di collaborazione con la rivista Modo per stimolare l’attenzione verso le architetture, verso gli Architetti emergenti e affermati. Ha presentato ai presenti in sala alcune immagini tratte dalle lastre di Cantoni, memorie di luoghi e spazi di cui purtroppo qualcuna non più esistente.
Tommaso Magnifico nel ricordare l’opera del nonno, ha ripercorso, accompagnato da immagini, le opere realizzate per il Foro Italico, continuando la sua trattazione e dandone risalto alle opere in scala urbana e paesistica. Questo ultimo aspetto ha fortemente condizionato la progettazione urbanistica del Foro Italico, in cui la natura, il paesaggio è entrato prepotente nella progettazione anche dei singoli edifici, sport e natura erano i protagonisti di questo luogo. Nei documenti di Luigi Moretti sono presenti numerosi studi riguardanti i rapporti visuali di studio, l’attenzione di cannocchiali ottici di visibilità delle opere del Foro Italico, studiando nel dettaglio visuali estranee dal foro da tutelare per una progettazione a grande scala e visuali estranee al foro da escludere. L’opera di Luigi Moretti a tal riguardo ha determinato anche scelte di tipologie arboree per determinare scorsi panoramici.
Dopo una pausa ha preso inizio la seconda sessione moderata da Franco Vollaro, introducendo la tematica di questa sessione, con una proposta progettuale di un impianto multifunzione da realizzare nel Foro Italico per ospitare tutti gli eventi a corollario delle attività sportive.
Amedeo Schiattarella, ha sottolineato questo aspetto, ricordando che il Foro Italico non è solo luogo di sport ma di cultura, uno “spazio” in un luogo di più ampio respiro che accoglie attività culturali riguardanti molteplici arti. E’ bastato presentare immagini di luoghi ed edifici significativi, Palazzetto dello Sport, Stadio Flaminio, la Chiesa del Vignola, il Cinema Traiano, il MAXXI, il Palazzo Borromeo tra alcuni, per evidenziare come queste realtà creino nell’insieme un Polo Culturale fondamentale per lo sviluppo delle arti a Roma.
A scala urbana, Gianluca Santilli, ha presentato le potenzialità proprio dell’area culturale presentata da Amedeo Schiattarella, nel concetto di Bikeconomy. Lo sviluppo dell’uso della bicicletta è accompagnato da un potenziale economico di enormi dimensioni. Questo aspetto ha fatto sì da sviluppare interessanti proposte tra le quali il “Miglio d’Oro”, idea sviluppata nell’area interessata dal Polo Culturale presentata da Amedeo Schiattarella in cui è presente il Foro Italico. Il “Miglio d’Oro” ipotizza un collegamento fruibile attraverso un percorso ciclistico tra i luoghi di interesse culturale presenti. L’intento è quello di stimolare l’avvio di un sistema di Smart city, in una città come quella di Roma che tutt’oggi crea molteplici difficoltà di organizzazione.
Andrea Iacovelli, Consigliere dell’Ordine degli Architetti, ha presentato il Bando promosso dall’Ordine degli Architetti, la progettazione della copertura mobile e restyling del Centrale del Tennis nel Foro Italico. Con questo bando, l’ordine vuole avviare una attività che si inserisce nell’esigenza di promozione di architettura, offrendo la possibilità di partecipazione ad un’ampia platea di professionisti, selezionando in un secondo momento i progetti per la seconda fase progettuale.
Esempio mirabile realizzato a seguito di un concorso di progettazione è il Museo MAXXI, illustrato da Carla Zhara Buda. La realizzazione di questo museo è stato fondamentale per la conservazione di documenti, di memorie proprie di questo luogo, del Polo Culturale e in particolare del Foro Italico. Tra le opere conservate il MAXXI accoglie una importante collezione delle opere di Enrico Del Debbio legate al Foro, e documenti di Pier Luigi Nervi
Fabio Argentini, giornalista, intervistando Ruggero Alcanterini, storico, ricercatore e Presidente del Comitato Nazionale Italiano Fair Play e membro del comitato europeo, ha illustrato l’importanza che ha assunto il Foro Italico, sin dalla sua fondazione ma anche in occasione delle Olimpiadi del 1960, che rappresenta il momento ad oggi più alto dello sport di Roma e il momento anche luminoso per il Foro Italico. Nell’intervista si è ripercorsa la storia del Foro Italico, le aspettative che questo impianto aveva assunto e che la guerra ha interrotto e la storia dell’Olimpico, da “Stadio dei Cipressi”, passando per “Stadio Olimpionico” sino a “Stadio Olimpico”, così denominato perché nel 1960, ospiterà i Giochi della XVII Olimpiade.